Il carcinoma basocellulare

IL CARCINOMA BASOCELLULARE

Informazioni di background

Che cosa sono il carcinoma basocellulare (BCC) e il carcinoma basocellulare avanzato (aBCC)?

Il carcinoma basocellulare è il tipo più diffuso di tumore della pelle in Europa1, Australia1,2 e USA3. La sua incidenza annuale globale si aggira intorno ai 10 milioni di casi4 e alcune ricerche indicano che il numero di nuovi casi diagnosticati ogni anno aumenti di circa il 10%5.

Il BCC si sviluppa nello strato basale dell’epidermide e, come la maggioranza dei tumori della pelle, la sua insorgenza è favorita dall’esposizione prolungata o eccessiva al sole; quindi si riscontra soprattutto sulla testa, sul collo e su altre zone del corpo maggiormente fotoesposte.5 In genere, i carcinomi basocellulari possono essere rimossi chirurgicamente con facilità, tuttavia, in una piccola percentuale di pazienti (secondo alcune stime, circa l’1%7), il BCC progredisce o si diffonde ad altre parti del corpo diventando difficile da trattare o potenzialmente mortale. Il carcinoma basocellulare avanzato può dare luogo a lesioni devastanti, sfiguranti e debilitanti, e risultare infine mortale. Queste neoplasie vengono classificate come carcinomi basocellulari localmente avanzati (laBCC) o carcinomi basocellulari metastatici (mBCC).

Figura1: Rappresentazione schematica della pelle che mostra lo strato di cellule basali dove si sviluppa il BCC

Sintomi

In fase iniziale il carcinoma basocellulare si manifesta sulla pelle della testa, del collo e delle altre zone del corpo esposte maggiormente al sole, sotto forma di:

 

 Noduli, alterazioni di tipo cicatriziale o eczematoso;

 

 Piccola ulcera con i margini rilevati.

 

In fase avanzata il tumore progredisce o si diffonde ad altre parti del corpo diventando difficile da trattare o potenzialmente mortale e può dare luogo a lesioni devastanti, sfiguranti e debilitanti. 2

 

I trattamenti del carcinoma basocellulare

Nella fase iniziale, i carcinomi basocellulari possono essere rimossi chirurgicamente con facilità perché hanno crescita lenta e metastatizzano raramente6.

Nella fase avanzata, i carcinomi localmente avanzati sono ritenuti inoperabili o la terapia chirurgica è considerata controindicata. Possono sfigurare gravemente il paziente e coinvolgere importanti organi di senso, come gli occhi, il naso, le orecchie e anche invadere le strutture ossee presenti sotto la pelle.

Quando il tumore si diffonde dalle sedi primarie del corpo a quelle secondarie, solitamente i polmoni, il fegato, i linfonodi o le ossa, si parla di carcinoma basocellulare metastatico e i pazienti colpiti hanno una prognosi sfavorevole; la loro sopravvivenza media è di 8 mesi e la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi è solo di un paziente su dieci5.

Non esiste uno standard di cura efficace3. Attualmente le opzioni di trattamento del carcinoma basocellulare avanzato sono scarse, per la maggior parte hanno effetti indesiderati significativi e in molti casi possono essere inadatte, come:

 

 Chirurgia estesa, con effetti potenzialmente sfiguranti;

 

 Radioterapia;

 

 Chemioterapia con agenti di efficacia non dimostrata;

 

 Terapie sperimentali;

 

 Terapia di sostegno/Cure palliative.

 

Cos’è il pathway di Hedgehog?

Il pathway di segnalazione di Hedgehog svolge un ruolo importante nella corretta regolazione della crescita e dello sviluppo dell’organismo nelle prime fasi di vita e poi diviene inattivo nell’adulto8. Tuttavia, in vari tipi di tumori sono state riscontrate mutazioni molecolari che riattivano la segnalazione di Hedgehog8.

Si ritiene che una segnalazione anomala nel pathway di Hedgehog abbia un ruolo nella maggioranza dei casi di carcinoma basocellulare8.

È stato dimostrato che i pazienti con BCC possono essere trattati con successo bloccando la segnalazione del pathway di Hedgehog3.

Vismodegib, un nuovo farmaco contro il carcinoma basocellulare avanzato

Vismodegib è un farmaco per uso orale, sviluppato per inibire selettivamente la segnalazione nel pathway di Hedgehog, che è implicata in più del 90% dei casi di BCC8.

Vismodegib agisce bloccando la segnalazione anomala del pathway di Hedgehog e inibisce la crescita delle cellule tumorali. Questa nuova molecola ha dimostrato la sua sicurezza e la sua efficacia in pazienti con BCC avanzato3, 9 in studi clinici di fase I e II, rappresentando una nuova opzione di trattamento per i pazienti in cui la terapia standard non risulti efficace.

Roche continua a studiare vismodegib anche in altri tumori, in cui risulta implicato il pathway di Hedgehog. Per maggiori informazioni, visitare il sito http://www.clinicaltrials.gov. 3

 

Vismodegib è stato approvato per i pazienti con BCC avanzato negli USA da parte della FDA e in Europa ha ricevuto l’approvazione condizionata da parte della Commissione Europea per il trattamento dei pazienti adulti affetti da carcinoma basocellulare (BCC) metastatico sintomatico o BCC localmente avanzato non idoneo alla chirurgia o alla radioterapia.

Bibliografia

1 N.R.Telfer, G.B.Colver and C.A.Morton. Guidelines for the management of basal cell carcinoma. The British Journal of Dermatology. 2008; 158(7):35-48.

2 Gilbody JS, et al. What causes basal cell carcinoma to be the commonest cancer? Aust J Public Health.1994; 18(2):218-21

3 Von Hoff et al. Inhibition of the hedgehog pathway in advanced basal-cell carcinoma. New Engl J Med. 2009; 361:1164-1172

4 Lucas R, McMichael T, Smith W, Armstrong B. Solar ultraviolet radiation: global burden of disease from solar ultraviolet radiation. Geneva: WHO, 2006. Available at: http://www.who.int/uv/health/solaruvradfull_180706.pdf.

5 Wong, et al. Basal Cell Carcinoma, Clinical Review. BMJ 2003; 327:794-798

6 Walling HW, et al. Aggressive basal cell carcinoma: presentation, pathogenesis, and management. Cancer Metastasis Rev 2004; 23:389-402

7 Ting, et al. Metastatic Basal Cell Carcinoma: Report of Two Cases and Literature Review. J Cutan Med Surg. 2005; 10-15

8 Caro I and Low JA. The role of the hedgehog signaling pathway in the development of basal cell carcinoma and opportunities for treatment. Clin Cancer Res. 010;16:3335-3339

9 Sekulic A et al A pivotal study evaluating efficacy and safety of the Hedgehog pathway inhibitor vismodegib (GDC-0449) in patients with locally advanced or metastatic basal cell carcinoma. EADO 2011
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INTERVISTA A PAOLO ASCIERTO

Direttore dell’Unità Oncologica Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Nazionale Tumori di Napoli “Fondazione G. Pascale”

 

 Dottor Ascierto, che cos’è il carcinoma basocellulare?

 

Il carcinoma basocellulare o basalioma è in assoluto il tumore più diffuso, circa 10 volte più frequente del melanoma, e si stima che ogni anno colpisca 10 milioni di persone in tutto il mondo. È però un “tumore buono”, che nella grande maggioranza dei casi può essere rimosso chirurgicamente con facilità e, proprio per questo motivo, se ne parla troppo poco. Potremmo raffigurare il carcinoma basocellulare come un grande iceberg: la punta di questo iceberg è rappresentata dai carcinomi localmente avanzati e metastatici, che si presentano in rarissimi casi. Il carcinoma localmente avanzato origina soprattutto in certe zone del corpo difficili da trattare chirurgicamente, ad esempio sul volto a livello delle palpebre o del naso. In questi casi, se non asportato completamente, il “tumore buono” avanza e diventa aggressivo, fino a provocare delle profonde e devastanti lesioni, che possono sfigurare il paziente, portando alla perdita della funzionalità degli organi interessati o risultando fatali.

 

 Perché un basalioma degenera in una forma avanzata?

 

In generale, l’insorgenza del carcinoma basocellulare è favorita dall’esposizione prolungata o eccessiva al sole e lo stadio avanzato di questo tumore è purtroppo strettamente connesso al mancato trattamento o ad un trattamento inappropriato. Per questo motivo è spesso correlato ad un livello socioculturale medio-basso. Ignorare una lesione cutanea e non intervenire precocemente può essere molto pericoloso, mentre la diagnosi precoce permette di asportare il tumore quando è ancora di piccole dimensioni, con una percentuale di guarigione vicina al 100%.

 

 Come si cura oggi il carcinoma basocellulare?

 

Se nella fase iniziale i carcinomi basocellulari possono essere rimossi chirurgicamente con facilità, perché hanno una crescita lenta e metastatizzano raramente, nella fase avanzata si va incontro a casi non più operabili o in cui la terapia chirurgica o la radioterapia sono controindicate. Oggi per questi casi avanzati c’è una nuova speranza terapeutica: un trattamento a target molecolare, il vismodegib, che è stato già approvato dall’FDA e dall’EMA e che va ad agire su un pathway molecolare che risulta alterato in più del 90% circa dei casi di basalioma.

 

 Dottore, come agisce questa nuova terapia?

 

Il vismodegib ha come bersaglio proprio il pathway di Hedgehog, che svolge un ruolo importante nello sviluppo dell’organismo fino all’età adulta, quando diviene inattivo. All’interno del pathway di Hedgehog sono diverse proteine, tra cui la proteina Patched, che normalmente inibisce la proteina Smoothed. Nel carcinoma basocellulare si possono verificare delle mutazioni di una delle due proteine, con conseguente attivazione del pathway e proliferazione delle cellule 2

 

tumorali. Il vismodegib è in grado di “spegnere” la proteina Smoothed, bloccando la segnalazione anomala e la proliferazione cellulare, dimostrandosi efficace nei pazienti con carcinoma basocellulare avanzato oppure metastatico. Il farmaco migliora la qualità di vita dei pazienti, spesso anziani, che ad esempio erano costretti ad alimentarsi con una cannuccia a causa della profonde lesioni cutanee e che con il nuovo trattamento hanno riacquisito la facoltà di mangiare cibi solidi. Siamo soddisfatti che l’Italia ricopra un ruolo chiave negli studi clinici di vismodegib, con ben 21 centri italiani coinvolti nello studio STEVIE.
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BASALIOMA, SOTTO LA MASCHERA

L’indagine sui pazienti con carcinoma basocellulare avanzato

L’indagine “Basalioma, sotto la maschera”1, condotta da Gfk Eurisko e promossa da Roche, svela la quotidianità e le emozioni degli italiani che vivono con una forma avanzata di carcinoma basocellulare, rivelando un grande impatto psicologico e rapporti sociali compromessi.

1 GfK Eurisko, novembre 2013, indagine qualitativa su 12 pazienti italiani con basalioma di media-alta gravità, attraverso una metodologia integrata (diari emozionali e colloqui in profondità)

Ma che parola è “basalioma”? Il carcinoma basocellulare è un tumore di cui si sa davvero poco. Nessun paziente aveva conoscenze pregresse e la diagnosi di basalioma ha rappresentato per tutti “uno shock” o “un fulmine a ciel sereno”.

All’inizio sono rimasta stupita, non capivo il termine. Mi dicevo: “Basalioma? Ho capito bene? Ma che parola è?”. Con la diagnosi mi è crollato il mondo addosso, si parlava di tumore, di cancro, rimasi allibita, senza parole.

Prima della diagnosi non sapevo niente del basalioma. Conoscevo il melanoma, i tumori classici, quelli più gettonati.

Il disgusto. Angosciante, subdolo e disgustoso: sono i 3 aggettivi più utilizzati da chi conosce da vicino il carcinoma basocellulare avanzato. La malattia è una fonte di grande angoscia, vissuto dai pazienti in un costante stato di confusione e paura, percepito come una presenza sì ignota, ma fin troppo visibile e disgustosa sul proprio corpo.

Immagino il basalioma come un personaggio, un uomo cattivo, aggressivo, brutto, maligno.

È schifoso, devastante, visibilissimo.

Un marchio sulla pelle. Nelle forme avanzate, che possono sfigurare e deturpare il volto o il corpo, il basalioma mina l’autostima e attiva un forte senso di colpa per aver trascurato i primi segnali della malattia. Comporta, inoltre, una grave auto-limitazione delle proprie attività e relazioni sociali: è un “marchio” da negare e nascondere a se stessi e agli altri.

Non mi accettavo, non mi guardavo più allo specchio, ero annientata.

Psicologicamente è stato devastante, non me l’aspettavo.

All’inizio avevo un forte senso di colpa, perché pensavo di aver causato io il basalioma con le tante lampade solari. 2

 

Ho iniziato a nascondere il mio basalioma, a coprirlo, a negarlo a tutti… anche a mio marito, che addirittura pensava che il nostro matrimonio fosse in crisi perché non volevo più farmi vedere spogliata. Sono riuscita a nascondere tutto a tutti per 6 anni, poi ho iniziato a stare male, a dimagrire, a perdere forza. Ho dovuto ammettere a me stessa il problema e sono andata dal dermatologo.

L’impatto sul lavoro. Il basalioma ha anche un impatto sulla vita professionale del paziente: in alcuni casi, infatti, inficia la possibilità di mantenere una vita lavorativa attiva.

Al lavoro mi bruciavo, mi scottavo, mi tagliavo: ero un’altra persona, sembravo drogata, mi parlavano e non sentivo, avevo solo un pensiero: “Ho il cancro”.

Mi sono messa in aspettativa, non sono più riuscita ad andare al lavoro.

Il sostegno della famiglia. La malattia coinvolge direttamente i familiari più stretti, che si confermano la principale fonte di sostegno per il paziente, arrivando spesso a modificare i propri programmi e abitudini. Da un lato i familiari risultano allarmati dal basalioma e dalla reazione psicologica del parente, dall’altro cercano, invece, di nascondere la loro preoccupazione e di rassicurarlo.

Mia moglie mi è stata molto vicino, poi me l’ha detto che era preoccupata. Mi ha dato supporto nelle medicazioni, mi aiutava a mettere e togliere le garze e mettere la crema.

I miei figli ad agosto hanno rinunciato al loro viaggi, perché non volevano partire lasciandomi in questo stato.

Il futuro. Parlando del futuro, gli italiani che convivono con il carcinoma basocellulare fanno emergere tutta la loro ansia e paura. Temono soprattutto una ricomparsa del tumore o di incorrere in aggravamenti e metastasi. Chiedono una maggiore attenzione al basalioma da parte del sistema sanitario e una sensibilizzazione dell’opinione pubblica per sentirsi più integrati nella società.

Bisogna sensibilizzare la società, perché sia più accogliente, meno curiosa. Perché faccia sentire i pazienti meno diversi, meno malati.

Bisogna fare informazione: se si sapesse dell’esistenza del basalioma lo si potrebbe prevenire.

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