Passo importante nella gestione dell’ipercolesterolemia: OK da AIFA alla prima terapia che riduce il colesterolo LDL con due somministrazioni l’anno.

Con la Gazzetta Ufficiale del 3 ottobre è stata approvata da AIFA la rimborsabilità
per Inclisiran, farmaco innovativo indicato negli adulti con ipercolesterolemia
primaria (eterozigote familiare e non familiare) o dislipidemia mista
• Il farmaco, interferendo con l’RNA messaggero, è in grado di dimezzare i livelli di
colesterolo a bassa densità (LDL-C, più comunemente, “colesterolo cattivo”),
principale causa dell’aterosclerosi, la patologia vascolare più diffusa al mondo e
responsabile di eventi coronarici e cerebrovascolari acuti (come l’infarto miocardico
e l’ictus cerebrale)
• Inclisiran potrebbe consentire ai pazienti eleggibili di raggiungere in maniera
stabile e controllata i livelli target di LDL-C con due somministrazioni l’anno,
beneficiando di un significativo miglioramento della qualità di vita.

Roma, 12 ottobre 2022 – Esattamente come la storia, anche la medicina è fatta di
momenti topici: scoperte e innovazioni che, consentendo alla classe medica un
migliore controllo su molte patologie, si sono rivelate opportunità concrete per
migliorare la vita dei pazienti. È il caso anche di inclisiran, ora rimborsabile dal
SSN per il trattamento di adulti con ipercolesterolemia primaria (eterozigote
familiare e non familiare) o dislipidemia mista (condizioni caratterizzate da alti livelli
di grassi nel sangue, incluso il colesterolo).
Inclisiran in Italia è indicato, in aggiunta alla dieta, in associazione a una statina o
una statina con altre terapie ipolipemizzanti orali in pazienti non in grado di
raggiungere gli obiettivi per l’LDL-C con la dose massima tollerata di una statina,
oppure in monoterapia o in associazione ad altre terapie ipolipemizzanti in pazienti
intolleranti alle statine o per i quali una statina è controindicata.
Il colesterolo LDL è riconosciuto come il principale fattore di rischio modificabile per la
riduzione del rischio cardiovascolare. Cinquant’anni di studi clinici evidenziano infatti
la correlazione diretta tra colesterolo LDL e la malattia cardiovascolare
aterosclerotica (ASCVD)1,2
. Questa, spesso diagnosticata solo dopo un infarto, ictus
o altri eventi cardiovascolari, è provocata da un eccesso di colesterolo “cattivo” nel
sangue che, aderendo alle pareti interne delle arterie, porta all’accumulo di depositi di
grasso (ateroma o placca aterosclerotica) e rende più difficile il passaggio del
sangue. Spesso i pazienti non presentano una sintomatologia specifica e, quindi,
sono inconsapevoli del rischio di sviluppare questa pericolosa condizione.
Nonostante sia il fattore di rischio cardiovascolare più facilmente modificabile,
purtroppo ottenere una riduzione efficace e sostenuta nel tempo dei livelli di colesterolo LDL è ancora una sfida, tanto che 8 pazienti su 10 ad alto rischio non
sono in grado di ridurre il loro LDL-C ai livelli raccomandati3,4

Si tratta della prima terapia a base di small-interfering RNA (siRNA) per la
riduzione del colesterolo LDL, e rappresenta un nuovo approccio alla gestione
dei pazienti con ipercolesterolemia. Inclisiran è innovativo nel suo meccanismo
d’azione poiché rientra nella classe degli agenti terapeutici RNAi (RNA
interference), farmaci che silenziano gli RNA messaggeri (mRNA). Si tratta di un
piccolo RNA interferente (siRNA) a doppio filamento con un’elevata affinità per il
fegato, all’interno del quale riduce i livelli di una proteina chiamata PCSK9, coinvolta
nel metabolismo del colesterolo5
. Questo meccanismo aumenta la capacità del
fegato di assorbire il colesterolo LDL e porta di conseguenza a una riduzione dei
livelli di colesterolo LDL presente nel sangue6
. «Questa molecola è capostipite di una
nuova classe di farmaci altamente innovativi che mirano direttamente alla “radice”
della malattia aterosclerotica piuttosto che ai suoi sintomi, grazie a un meccanismo
d’azione che permette di ridurre i livelli di colesterolo LDL non solo in maniera
efficace, ma anche sostenuta nel tempo. Un passo in avanti importante per
raggiungere in un numero sempre più ampio di pazienti, il goal terapeutico
raccomandato dalle nuove linee guida EAS” dichiara Pasquale Perrone Filardi,
presidente eletto della Società Italiana di Cardiologia (SIC).
Inclisiran viene somministrato con due iniezioni all’anno, per via sottocutanea.
Dopo la prima iniezione, la dose successiva viene somministrata a distanza di 3 mesi
e in seguito ogni 6 mesi. Il farmaco è prescrivibile dallo specialista e la sua
somministrazione viene effettuata da un operatore sanitario. «Si tratta di
un’innovazione terapeutica che riteniamo abbia il potenziale per superare le attuali
sfide all’aderenza e persistenza alla terapia, in quanto il nuovo farmaco comporta
anche un vantaggio in termini di posologia rispetto ai farmaci già disponibili, grazie
alla somministrazione sottocutanea su base semestrale» dichiara Furio Colivicchi,
presidente dell’Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (ANMCO).
«Sappiamo che le malattie cardiovascolari restano la principale causa di morte nel
mondo e provocano più decessi di tutti i tumori messi insieme – commenta
Emanuela Folco, Fondazione Italiana per il Cuore –. Per fortuna, sappiamo anche
che è possibile prevenire l’80% degli eventi cardiovascolari con un’adeguata azione
di prevenzione, favorendo la consapevolezza dei reali fattori di rischio modificabili da
tenere sotto controllo, e ottimizzando la presa in carico del paziente con percorsi che
facilitino l’aderenza del paziente».
«Siamo orgogliosi di portare oggi questa innovazione ai pazienti che soffrono di
ipercolesterolemia – dichiara Valentino Confalone, amministratore delegato di
Novartis Italia –. Le patologie cardiovascolari rappresentano un ambito dove c’è un
bisogno insoddisfatto ancora molto significativo e dove abbiamo una legacy di 30
anni. Proprio in virtù di questa legacy, continuiamo a investire nella ricerca per
trovare soluzioni sempre più innovative, come ad esempio i siRNA che sono in grado
di agire “a monte”, interferendo cioè con la produzione di proteine che causano le
malattie. Oggi questa tecnologia è applicata all’ipercolesterolemia, ma prevediamo in
futuro di impiegarla anche nel trattamento di altre patologie».

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