LifeScience: l’era Covid fa crescere le startup digitali: nate 603 in due anni, 2 miliardi di investimenti

Il Covid fa crescere la sanità digitale
Venture capital per 2 miliardi
per le startup italiane del LifeScience
Dati e prospettive nella giornata di confronto fra imprese, mondo scientifico, tecnologie, venture capitalist e istituzioni, “L’Italia è (o non è) una Paese per l’innovazione nelle scienze della vita?

Milano, 5 giugno 2023 – Sono 603 le nuove startup dell’ecosistema italiano delle Life Science nate dal 2021 ad oggi, 48 delle quali nel primo trimestre dell’anno in corso, destinatarie di quasi 2 miliardi di investimenti diretti. Sono l’eredità positiva dell’era Covid, che ha impresso forte accelerazione allo sviluppo della sanità digitale, da due anni a questa parte, trainando il settore delle scienze della vita: quel ramo delle scienze naturali che si occupa degli organismi viventi e che oggi è al centro della continua innovazione tecnologica del comparto sanitario, in particolare a livello di produzione grazie alla presenza di imprese innovative. L’area del Biotech è la più presidiata, con 227 iniziative; seguono le nuove startup dell’area Med Tech, che sono 168, quindi le 112 iniziative in Digital Health le 96 di servizi di Life Science. 

È il quadro presentato oggi a Milano, incorniciato dalle parole-chiave “competenze” e “specializzazione degli investitori”, nella giornata di confronto fra imprese, mondo scientifico, tecnologie, venture capitalist e istituzioni, sul tema “L’Italia è (o non è) una Paese per l’innovazione nelle scienze della vita?”, promossa al Museo della Scienza e della Tecnica in occasione del debutto della rivista INNLIFES. In particolare, per le startup delle LifeScience, tema centrale della nuova iniziativa editoriale, ci sono fondi per 1,4 miliardi di euro di venture capital italiani, a cui si aggiungono 520 milioni della missione 6 del PNRR, dedicata alla ricerca biomedica. Con la possibilità di attrarre ulteriori risorse dalla missione 4 del PNRR, dedicata al technology transfer, che ha un plafond di 2,4 miliardi.

Sul tema, il Governo sta muovendo i suoi passi: “Stiamo lavorando alla specifica missione di modernizzare le strutture pubbliche sanitarie, far avanzare la medicina digitale e migliorare le terapie digitali”, ha annunciato, in apertura dei lavori, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Innovazione, Alessio Butti.

L’ecosistema delle Life Science è in forte sviluppo e si conferma come il più competitivo, produttivo e dinamico in questo momento della nostra storia economica. INNLIFES, edita da Indicon società benefit, nasce dedicata a questo comparto che in Italia conta più di 5.600 imprese, nei settori farmaceutico, medical device e biotecnologie, con valore della produzione (dati 2021) di circa 250 miliardi di euro (+6,9% rispetto al 2020).  “È un settore che ha il bisogno e l’opportunità di accelerare: INNLIFES nasce per agevolare questo processo di crescita – spiega Elena Paola Lanati, CEO di Indicon -. L’ecosistema che genera innovazione è spesso popolato da attori che neppure si conoscono fra loro. La rivista vuole dare il suo contributo a chiudere questi gap, innanzitutto in tema di conoscenza, creando connessioni, informando, aiutando singole persone (business angel), società o istituzioni a capire cosa vuol dire individuare eccellenze e investire in start up”.

Il percorso offre prospettive, condizionate a una maggiore convergenza fra i diversi attori. La medicina, innanzitutto, deve affrontare il tema della digitalizzazione a partire dalla ricerca di base, tenendo conto di un fattore chiave: “Tutto oggi si muove in funzione della medicina preventiva e personalizzata, che cambia le logiche dell’innovazione in funzione della capacità di gestire le quantità di dati disponibili. SI tratta di fare non più un solo prodotto per tanti, ma tanti prodotti per ciascuno”, ha sottolineato Gianmario Verona Presidente del Consiglio di Sorveglianza della Fondazione Human Technopole. Per riuscirci, le tecnologie informatiche, l’intelligenza artificiale, la digitalizzazione, vanno innervate nel sistema Life Science “a partire dalla costruzione dei processi, da riprogettare in funzione dei nuovi strumenti, per poterne implementare al massimo le potenzialità”, come ha evidenziato Paolo Locatelli, responsabile scientifico dell’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano.

Un monito alle startup è stato lanciato da un investitore di primo piano, come Giovanni Tamburi, presidente amministratore delegato di TIP, che ha diversificato nelle startup attraverso Digital Magics: “Devono imparare a fare sistema. La moltiplicazione di incubatori, emanazioni di università e istituzioni locali, ripropone l’eccessiva frammentazione che caratterizza il mondo delle imprese e non agevola la crescita e il trasferimento delle idee e delle ricerche verso lo sviluppo per l’applicazione su scala industriale”.

La dimensione dell’opportunità rappresentata dallo sviluppo delle Life Science, dalle quali nascono nuovi farmaci e terapie avanzate per combattere le malattie e migliorare la qualità della vita delle persone, viene dai numeri del settore farmaceutico, che in Europa e nel mondo è il primo per intensità di R&D, raggiungendo nel 2021 il 16,6% (pari a oltre 200miliardi di dollari) degli investimenti in rapporto al fatturato. Nel solo comparto Biotech, non a caso quello che annovera anche il maggior numero di startup, gli analisti prevedono a livello globale una crescita di tre volte entro i prossimi anni, passando dai 223 miliardi di euro del 2020 alla proiezione di 731 miliardi di euro nel 2028Durante la pandemia, il LifeScience ha acquistato ulteriore rilevanza e ampiezza, facendo crescere gli investimenti in Digital Health per il 92% delle aziende italiane della farmaceutica.

Ma l’Italia del farmaco, pur continuando ad essere leader d’Europa per produttività, con oltre 34 miliardi di euro di valore della produzione, davanti a Germania (32,4 miliardi di euro) e Regno Unito (25,3 miliardi di euro), resta indietro per attrazione di investimenti in R&D rispetto ai principali partner. Ad oggi (dati EPPIA), è ferma al 4% del totale come investimenti innovativi in ricerca e sviluppo dell’industria farmaceutica in Europa, mentre la Germania ha il 20%, il Regno Unito il 14%, la Francia l’11%. Da qui la scelta di Indicon, che è essa stessa una startup: “Con INNLIFES, a partire da questa giornata – ha commentato il direttore editoriale della rivista, Angelica Giambelluca -, daremo voce ai protagonisti delle LifeScience, dai ricercatori agli imprenditori, passando per i rappresentanti delle istituzioni, di medici e pazienti, per contribuire a fare sistema: l’Italia è un paese di innovatori, ma, come messo chiaramente in luce dal confronto sviluppato in questa giornata, deve accelerare in competitività e in capacità di attrarre e produrre innovazione al servizio delle persone”.

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