• Nuovi risultati dal sondaggio sui pazienti IntroDia™ presentati al 51esimo Congresso Annuale dell’Associazione Europea per lo Studio del Diabete (EASD 2015)
• Una comunicazione ‘incoraggiante’ e ‘collaborativa’ da parte del medico, al momento della diagnosi, è correlata ad una maggiore aderenza dei pazienti alla terapia
• IntroDia™ è un’iniziativa di Boehringer Ingelheim ed Eli Lilly in collaborazione con l’International Diabetes Federationn (IDF)
Ingelheim, Germania, e Indianapolis, USA, 16 settembre 2015 – La qualità della comunicazione medico – paziente al momento della diagnosi di diabete di tipo 2 può influire sulla gestione della malattia da parte del paziente e sul suo benessere futuro.1 È quanto emerge dai nuovi risultati di IntroDia™, la più vasta indagine internazionale di questo tipo su oltre 10.000 soggetti con diabete di tipo 2 in 26 paesi.1,2 Una relazione analoga era stata rilevata, sempre dal sondaggio IntroDia™, per la qualità della comunicazione fra medico e paziente al momento della prescrizione di terapia orale aggiuntiva per il diabete di tipo 2.2
“In molte persone, si scatena uno stato di tensione e di preoccupazione quando vengono informate di essere affette da diabete di tipo 2. L’ansia provocata dalla diagnosi può dipendere dalle scarse conoscenze sulla malattia e sul come gestirla. I risultati di IntroDia™ indicano che gli operatori sanitari possono aiutare i pazienti ad accettare la malattia e a seguire strategie efficaci di gestione del diabete, scegliendo semplicemente le parole più giuste per comunicare con loro” spiega Anne Belton (Canada), Infermiera specializzata nella cura e nell’informazione dei pazienti con diabete, Vice Presidente della International Diabetes Federation (IDF) e membro del Comitato Consultivo di IntroDia™.
Dall’analisi delle risposte, emerge che i pazienti distinguono, in termini qualitativi, tre tipi di comunicazione da parte del medico: ‘incoraggiante’, ‘collaborativa’ e ‘scoraggiante’.1,2 Quando il medico ha utilizzato una comunicazione ‘incoraggiante’ e ‘collaborativa’, la qualità della comunicazione percepita dal paziente è migliorata significativamente,1,2 mentre l’utilizzo di una comunicazione ‘scoraggiante’ ha avuto l’effetto opposto.1,2
Tra gli esempi di comunicazione ‘incoraggiante’ riferiti durante lo studio, vi sono frasi come:
• “Il mio medico mi ha spiegato che si può fare molto per controllare il diabete”.
Per la comunicazione ‘collaborativa’, frasi quali:
• “Il mio medico mi ha chiesto di esprimere la mia opinione nella preparazione del piano terapeutico”
E tra gli esempi di comunicazione ‘scoraggiante’, frasi come:
• “Il mio medico mi ha detto che con il passare del tempo il diabete diventa più difficile da gestire”.
È stato rilevato anche un quarto tipo di comunicazione da parte del medico al momento della diagnosi, ovvero il ‘consigliare altre risorse’, che però non è stato collegato alla qualità della comunicazione percepita dal paziente.1
La qualità del dialogo con il proprio medico, percepita dai pazienti, è stata valutata sulla base di tutti gli esiti di gestione della malattia riferiti.1,2 I pazienti, che hanno ricordato una miglior qualità della comunicazione e dell’interazione con il proprio medico, hanno riscontrato un miglioramento nella gestione della malattia e un ritorno in termini di benessere con, tra l’altro, un minor disagio psicologico in relazione alla malattia, maggiore rispetto alla dieta e all’attività fisica, oltre ad una maggior aderenza alla terapia.1,2
Il Dottor William Polonsky (Stati Uniti) Psicologo Comportamentale e membro del Comitato Consultivo di IntroDia™ ha così commentato: “IntroDia™ è il più vasto studio di questo tipo ad evidenziare quanto un’efficace comunicazione fra il medico e il paziente con diabete di tipo 2, in tutto il mondo, può influenzare enormemente la visione e la gestione della malattia da parte del paziente. Questi ultimi risultati confermano ulteriormente quanto sia importante, per una gestione positiva del diabete a lungo termine, riuscire a portare il paziente a gestire correttamente la malattia sin dagli inizi”.
IntroDia™
IntroDia™ è la più vasta indagine internazionale, condotta sino ad oggi, sulla comunicazione fra medico e paziente con diabete di tipo 2. Comprende le informazioni fornite da 6.753 medici e 10.139 soggetti con diabete di tipo 2 di 26 paesi ed è focalizzata su due momenti che si possono rivelare cruciali nella gestione del diabete di tipo 2, ovvero il momento della diagnosi e il momento in cui viene introdotto un ulteriore farmaco orale. La valutazione dei dati è ancora in corso e ulteriori risultati verranno annunciati nel 2016. Le informazioni fornite dai medici insieme ai risultati relativi ai pazienti derivati da IntroDia™ serviranno a sviluppare soluzioni in grado di indirizzare le strategie di comunicazione iniziali fra medico e paziente con diabete di tipo 2 e conseguentemente migliorare la qualità della cura.
IntroDia™ è un’iniziativa di Boehringer Ingelheim ed Eli Lilly and Company in collaborazione con l’International Diabetes Federation, sviluppata con il contributo di un Comitato Consultivo internazionale e multidisciplinare composto da esperti di diabete di tipo 2, rappresentanti gli ambiti della medicina di base, dell’endocrinologia, della psicologia comportamentale, dell’infermieristica e dell’educazione sul diabete, che ha compreso: Anne Belton, Canada; il Dottor William Polonsky, USA; il Dottor Steven Edelman, USA; il Dottor Matthew S Capehorn, Regno Unito e Susan Down, Regno Unito e il Professor Aus Al Zaid, Arabia Saudita.
Strutturazione di IntroDia™
Nello studio IntroDia™ sono stati utilizzati una serie di strumenti di valutazione convalidati e di nuovi approcci di ricerca per valutare la qualità della cura e individuare gli elementi chiave nella comunicazione fra medico e paziente. IntroDia™ è stato realizzato attraverso un questionario online, e una serie di interviste telefoniche o di persona, ove necessario.
I dati contenuti nel presente comunicato stampa si riferiscono alle risposte di 5.904 soggetti con diabete di tipo 2 di 26 paesi, di cui 3.628 in terapia con un antidiabetico orale, a cui è stato chiesto delle loro esperienze di comunicazione con il medico durante il consulto, compreso quello che il medico ha detto o fatto in tale occasione.
La percezione da parte dei pazienti della qualità della comunicazione da parte del medico è stata valutata con una serie di domande, tra cui: “Il medico le ha spiegato le cose in modo comprensibile?” e “Il medico ha mostrato rispetto e considerazione verso la sua opinione?”